Relazione di Maila Nosiglia
Cita da SEGRETERIA su 12/03/2023, 9:44 pmRelazione di Democrazia Davvero che verrà letta da Maila Nosiglia
Testo: SERVE UNA NUOVA COSTITUENTE
Successivamente al primo invio sopra riportato (che risultava incompleta) è stata consegnata questa seconda versione completa
dal Titolo: UNA PADELLATA DI FUNGHI
Relazione di Democrazia Davvero che verrà letta da Maila Nosiglia
Testo: SERVE UNA NUOVA COSTITUENTE
Successivamente al primo invio sopra riportato (che risultava incompleta) è stata consegnata questa seconda versione completa
dal Titolo: UNA PADELLATA DI FUNGHI
Cita da Pino Strano su 13/03/2023, 7:31 pm(nota successiva alla redazione di questo commento: il commento si riferisce alla prima versione inviata)
Provo a dire la mia su questa relazione, che per certi versi è "fuori tema".
nel senso che tratta dei possibili modi per risolvere annosi problemi dei governi elettivi (non oso chiamarli nemmeno democratici rappresentativi, perchè sono sempre lungi dal rappresentare chi li ha eletti, e nemmeno i programm elettorali usati per raccogliere consenso).
Non tratta delle possibili modifiche alla costituzione in modo da usare gli strumenti referendari, magari anche per arrivare a implementare le strutture accennate nel testo.
Però lo stesso voglio dire qualcosa nel merito.
L'idea sostanziale è quella di sostituire le normali elezioni in cui si eleggono i "rappresentanti", con strutture estratte a sorte tra i cittadini e con durata di incarico comunque ridotta rispetto ai nostri famosi 5 anni.
E' una idea accattivante, e sostanzialmente sinergica alla idea che ciascun cittadino "normale" sarebbe in grado di costruire proposte, prendere decisioni, legiferare, insomma di avere potere di governo.
L'estrazione a sorte garantirebbe l'assenza di lotte e selezioni basate sull'inganno e la sopraffazione.
Ma ho due obiezioni.
La prima è "Che cosa mai garantirebbe l'onestà e la incorruttibilità degli estratti a sorte, quando fossero poi "avvicinati" e "lusingati" o "minacciati" ecc.?
Abbiamo avuto infiniti esempi di persone apparentemente normali e oneste *prima* delle elezioni, diventate *dopo* dei veri e propri traditori dei propri elettori e della patria tutta, a proprio (e consortile) vantaggio.
Perchè mai, scegliendoli a caso, dovremmo avere così fortuna da individuare individui refrattari alle usuali corruttele?
Nessuno di noi è santo. Nessuno, compreso il sottoscritto, che pure mi sento disposto a morire pur di non tradire. Oggi. Il potere, anche se ricevuto per sorteggio, corrompe in sè. Dobbiamo ammettere questo, tenerlo nella dovuta considerazione.
Se poi pensiamo che non c'è solo la funzione legislativa , ma anche quella esecutiva, che per sua natura concentra ancor più potere nelle mani di pochi... il sorteggio (ammesso di farlo tra persone supposte competenti nella materia, o si pensa di effettuarlo comunque a caso tra tutti?) il sorteggio non risolve. Non può. Non cambi la natura umana col sorteggio. Bisogna invece prendere atto proprio di questi meccanismi umani. Mi si dirà, come diceva il mio buon amico Aki Orr, che se i sorteggiati non si comportano bene, li si può revocare...Ma allora io cittadino avrei il potere di decidere chi NON VOGLIO e non quello di decidere chi VOGLIO, ripercorrendo una specie di potere sotto tutela sancito dalla nostra costituzione che mi consente di abrogare le leggi, ma non di deciderne di nuove.
Altro sarebbe da dire, per non "buttare il bambino con l'acqua sporca", perchè la scelta stocastica potrebbe utilmente essere praticata a molti livelli, ma pensare di eliminare in generale la scelta consapevole, non ha, per me, senso.L'altra obiezione che mi salta agli occhi è relativa a come si arriverebbe a istituire un sistema a democrazia stocastica. Nel testo viene suggerita la'strategia' di Flores D’Arcais: creare “un
movimento di opinione” che, restando fuori dalle istituzioni, riesca a imporre “a furor di popolo”
una nuova Costituente; un movimento che, per cominciare, si sottragga massicciamente al rito
falsamente democratico delle elezioni, in ogni sede.
Ancora una volta mi sembra che invece di risolvere il problema del potere e dei problemi correlati alla concentrazione inevitabile di esso, per essere efficace, lo si mette sotto il tappeto.
Chiedo: come sarebbe organizzato un tale movimento? Con quali strutture? Con quali risorse? Si pensa che esso possa agire spontaneamente, o in maniera organizzata?
A prescindere dalla partecipazione alle elezioni, un tale movimento genera, produce e accumula potere. Come si pensa di gestirlo? Con gli strumenti stocastici anch'esso? Mi piacerebbe saperlo. Il non porsi minimamente il problema, mi depone molto male, come mi deponeva malissimo Grillo quando diceva (all'inzio) che il movimento mai doveva presentarsi alle elezioni, e che non doveva nemmeno avere uno statuto, o regole, Così l'unica regola che agiva era quella del suo carisma personale, che decideva per tutti, anche in maniera contraddittoria con conversioni di 180 gradi in itinere, dove chi "comandava" erano i pochi del cerchio magico e che si è visto dove ha portato.
Piaccia o no, bisogna porsi il problema di come la moltitudine di cittadini necessaria al cambiamento, possa mantenere il controllo sul potere organizzato e prodotto dal movimento stesso.
Il "furor di popolo" evocato dal testo, mi spaventa, e vedo gli stessi fantasmi muoversi all'orizzonte.
So che è difficle, ma la necessità è quella di costruire una organizzazione esplicita, dove le strutture sono, al massimo grado possibile, sotto il controllo di tutti i componenti (del movimento o della nazione).
E' solo dalla possibile sintesi e mediazione, tra i diversi "appetiti" e "sensibilità" che possiamo sperare di avere governi saggi, e non autocratici. Costruire strumenti che consentano questo è la sfida.Ma, come dicevo, tutto questo NON c'entra con i referendum, o c'entra solo se si pensa ai referendum come strumento per ottenere l'agognata nuova struttura democratica della nazione. Perchè la democrazia è essenzialmente possibile solo con regole. regole esplicite, e frutto di eleborazione razionale,non di "furor di popolo".
PS: Spererei che Maila Nosiglia, leggesse queste righe e magari mi desse delle risposte. Ma temo che neanche sappia che la sua relazione è pubblicata qui, e che è possibile già qui discuterne.
Comunque grazie dei suoi (anzi dei loro, anche di Toninelli) stimoli interessanti.
(nota successiva alla redazione di questo commento: il commento si riferisce alla prima versione inviata)
Provo a dire la mia su questa relazione, che per certi versi è "fuori tema".
nel senso che tratta dei possibili modi per risolvere annosi problemi dei governi elettivi (non oso chiamarli nemmeno democratici rappresentativi, perchè sono sempre lungi dal rappresentare chi li ha eletti, e nemmeno i programm elettorali usati per raccogliere consenso).
Non tratta delle possibili modifiche alla costituzione in modo da usare gli strumenti referendari, magari anche per arrivare a implementare le strutture accennate nel testo.
Però lo stesso voglio dire qualcosa nel merito.
L'idea sostanziale è quella di sostituire le normali elezioni in cui si eleggono i "rappresentanti", con strutture estratte a sorte tra i cittadini e con durata di incarico comunque ridotta rispetto ai nostri famosi 5 anni.
E' una idea accattivante, e sostanzialmente sinergica alla idea che ciascun cittadino "normale" sarebbe in grado di costruire proposte, prendere decisioni, legiferare, insomma di avere potere di governo.
L'estrazione a sorte garantirebbe l'assenza di lotte e selezioni basate sull'inganno e la sopraffazione.
Ma ho due obiezioni.
La prima è "Che cosa mai garantirebbe l'onestà e la incorruttibilità degli estratti a sorte, quando fossero poi "avvicinati" e "lusingati" o "minacciati" ecc.?
Abbiamo avuto infiniti esempi di persone apparentemente normali e oneste *prima* delle elezioni, diventate *dopo* dei veri e propri traditori dei propri elettori e della patria tutta, a proprio (e consortile) vantaggio.
Perchè mai, scegliendoli a caso, dovremmo avere così fortuna da individuare individui refrattari alle usuali corruttele?
Nessuno di noi è santo. Nessuno, compreso il sottoscritto, che pure mi sento disposto a morire pur di non tradire. Oggi. Il potere, anche se ricevuto per sorteggio, corrompe in sè. Dobbiamo ammettere questo, tenerlo nella dovuta considerazione.
Se poi pensiamo che non c'è solo la funzione legislativa , ma anche quella esecutiva, che per sua natura concentra ancor più potere nelle mani di pochi... il sorteggio (ammesso di farlo tra persone supposte competenti nella materia, o si pensa di effettuarlo comunque a caso tra tutti?) il sorteggio non risolve. Non può. Non cambi la natura umana col sorteggio. Bisogna invece prendere atto proprio di questi meccanismi umani. Mi si dirà, come diceva il mio buon amico Aki Orr, che se i sorteggiati non si comportano bene, li si può revocare...Ma allora io cittadino avrei il potere di decidere chi NON VOGLIO e non quello di decidere chi VOGLIO, ripercorrendo una specie di potere sotto tutela sancito dalla nostra costituzione che mi consente di abrogare le leggi, ma non di deciderne di nuove.
Altro sarebbe da dire, per non "buttare il bambino con l'acqua sporca", perchè la scelta stocastica potrebbe utilmente essere praticata a molti livelli, ma pensare di eliminare in generale la scelta consapevole, non ha, per me, senso.
L'altra obiezione che mi salta agli occhi è relativa a come si arriverebbe a istituire un sistema a democrazia stocastica. Nel testo viene suggerita la'strategia' di Flores D’Arcais: creare “un
movimento di opinione” che, restando fuori dalle istituzioni, riesca a imporre “a furor di popolo”
una nuova Costituente; un movimento che, per cominciare, si sottragga massicciamente al rito
falsamente democratico delle elezioni, in ogni sede.
Ancora una volta mi sembra che invece di risolvere il problema del potere e dei problemi correlati alla concentrazione inevitabile di esso, per essere efficace, lo si mette sotto il tappeto.
Chiedo: come sarebbe organizzato un tale movimento? Con quali strutture? Con quali risorse? Si pensa che esso possa agire spontaneamente, o in maniera organizzata?
A prescindere dalla partecipazione alle elezioni, un tale movimento genera, produce e accumula potere. Come si pensa di gestirlo? Con gli strumenti stocastici anch'esso? Mi piacerebbe saperlo. Il non porsi minimamente il problema, mi depone molto male, come mi deponeva malissimo Grillo quando diceva (all'inzio) che il movimento mai doveva presentarsi alle elezioni, e che non doveva nemmeno avere uno statuto, o regole, Così l'unica regola che agiva era quella del suo carisma personale, che decideva per tutti, anche in maniera contraddittoria con conversioni di 180 gradi in itinere, dove chi "comandava" erano i pochi del cerchio magico e che si è visto dove ha portato.
Piaccia o no, bisogna porsi il problema di come la moltitudine di cittadini necessaria al cambiamento, possa mantenere il controllo sul potere organizzato e prodotto dal movimento stesso.
Il "furor di popolo" evocato dal testo, mi spaventa, e vedo gli stessi fantasmi muoversi all'orizzonte.
So che è difficle, ma la necessità è quella di costruire una organizzazione esplicita, dove le strutture sono, al massimo grado possibile, sotto il controllo di tutti i componenti (del movimento o della nazione).
E' solo dalla possibile sintesi e mediazione, tra i diversi "appetiti" e "sensibilità" che possiamo sperare di avere governi saggi, e non autocratici. Costruire strumenti che consentano questo è la sfida.
Ma, come dicevo, tutto questo NON c'entra con i referendum, o c'entra solo se si pensa ai referendum come strumento per ottenere l'agognata nuova struttura democratica della nazione. Perchè la democrazia è essenzialmente possibile solo con regole. regole esplicite, e frutto di eleborazione razionale,non di "furor di popolo".
PS: Spererei che Maila Nosiglia, leggesse queste righe e magari mi desse delle risposte. Ma temo che neanche sappia che la sua relazione è pubblicata qui, e che è possibile già qui discuterne.
Comunque grazie dei suoi (anzi dei loro, anche di Toninelli) stimoli interessanti.
Cita da Gian Zanolli su 18/03/2023, 8:41 pm"Finché la politica sarà ostaggio dei partiti all’interno di un sistema falsamente democratico come quello elettivo, il cittadino non conterà niente."
Prima ancora di leggere il testo nella sua completezza, mi soffermo un attimo alla affermazione iniziale perchè vorrei chiarire una questione: condivido la affermazione solo in parte, nel senso che il sistema elettivo non deve essere necessariamente identificato a quello dei partiti.
E' perfettamente fattibile un sistema elettorale anche senza partiti ( e con nuove regole di ingaggio, scopo e durata ) con un rapporto diretto tra delegante e delegato, senza mediazioni. Questa possibilità qui in Scelgo Io! l'abbiamo chiamata " Lista delle Candidature Dirette " e in questo sito c'è la descrizione della sua logica e delle procedure applicabili anche nel contesto attuale (a partiti) e che quanto prima - avendone le forze - cercheremo di realizzare perchè noi siamo convinti che il Cittadino deve contare.
In Italia le elezioni " a partiti " sono iniziate nei primi anni del '900.
Prima di allora la candidatura era individuale e il collegio era uninominale maggioritario come ancora è per esempio in Gran Bretagna ( anche se là adesso è ingabbiato nei partiti).
e dove
”. L’unica, pacifica, opzione è dunque quella suggerita da Flores D’Arcais: creare “un movimento di opinione” che, restando fuori dalle istituzioni, riesca a imporre “a furor di popolo” una nuova Costituente; un movimento che, per cominciare, si sottragga massicciamente al rito falsamente democratico delle elezioni, in ogni sede."
mostra la incongruenza tra " pacifica opzione " e " furor di popolo " ...risulta più coerente:
”. L’unica, pacifica, opzione è dunque quella suggerita da Scelgo Io!: creare “un movimento di opinione e occupazione democratica” che entri nelle istituzioni attraverso il consenso elettorale e riesca a imporre “a consenso di popolo” una nuova Costituente; un movimento che, per cominciare, si sottragga massicciamente al rito falsamente democratico delle elezioni come monopolio dei partiti, in ogni sede."
..affermazione che però è da evitare nel suo assolutismo perchè come dice Popper:
" Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l'unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito nè la teoria nè il problema che si intendeva risolvere."
In quanto al modello politico a sorteggio proposto, è uno dei possibili, la storia stessa ci mostra modelli efficaci e tra loro diversi, da un Comune all'altro, questo per dire che le modalità di utilizzo del sorteggio dipendono anche dalle dimensioni e struttura della comunità a cui si applica, casuale, stocastico, demarchico, casuale ed elettivo, stocastico occasionale, con mandati a durate variabili, tematico..
Aspetto con fervore la nascita di una organizzazione che applichi ciò che prospetta per il mondo (sorteggio) a cominciare dalla propria vita interna.
Tutto bello se condiviso dai Cittadini per consapevolezza e libera scelta e dunque attraverso un procedimento culturale, ma anche di scelte politiche istituzionali che i partiti non saranno mai disposti a fare. Un parlamento di Cittadini e non di caste di partito, magari è meglio disposto.
Il " furor di popolo " lo ha sempre pagato il popolo.
Un grande libertario come Murray Bookchin ha scritto che le istituzioni democratiche in questo momento vanno difese e preservate.
" Se votare servisse a qualcosa, non ce lo farebbero fare!"
..figuriamoci non farlo.
grazie mille e complimenti.
"Finché la politica sarà ostaggio dei partiti all’interno di un sistema falsamente democratico come quello elettivo, il cittadino non conterà niente."
Prima ancora di leggere il testo nella sua completezza, mi soffermo un attimo alla affermazione iniziale perchè vorrei chiarire una questione: condivido la affermazione solo in parte, nel senso che il sistema elettivo non deve essere necessariamente identificato a quello dei partiti.
E' perfettamente fattibile un sistema elettorale anche senza partiti ( e con nuove regole di ingaggio, scopo e durata ) con un rapporto diretto tra delegante e delegato, senza mediazioni. Questa possibilità qui in Scelgo Io! l'abbiamo chiamata " Lista delle Candidature Dirette " e in questo sito c'è la descrizione della sua logica e delle procedure applicabili anche nel contesto attuale (a partiti) e che quanto prima - avendone le forze - cercheremo di realizzare perchè noi siamo convinti che il Cittadino deve contare.
In Italia le elezioni " a partiti " sono iniziate nei primi anni del '900.
Prima di allora la candidatura era individuale e il collegio era uninominale maggioritario come ancora è per esempio in Gran Bretagna ( anche se là adesso è ingabbiato nei partiti).
e dove
”. L’unica, pacifica, opzione è dunque quella suggerita da Flores D’Arcais: creare “un movimento di opinione” che, restando fuori dalle istituzioni, riesca a imporre “a furor di popolo” una nuova Costituente; un movimento che, per cominciare, si sottragga massicciamente al rito falsamente democratico delle elezioni, in ogni sede."
mostra la incongruenza tra " pacifica opzione " e " furor di popolo " ...risulta più coerente:
”. L’unica, pacifica, opzione è dunque quella suggerita da Scelgo Io!: creare “un movimento di opinione e occupazione democratica” che entri nelle istituzioni attraverso il consenso elettorale e riesca a imporre “a consenso di popolo” una nuova Costituente; un movimento che, per cominciare, si sottragga massicciamente al rito falsamente democratico delle elezioni come monopolio dei partiti, in ogni sede."
..affermazione che però è da evitare nel suo assolutismo perchè come dice Popper:
" Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l'unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito nè la teoria nè il problema che si intendeva risolvere."
In quanto al modello politico a sorteggio proposto, è uno dei possibili, la storia stessa ci mostra modelli efficaci e tra loro diversi, da un Comune all'altro, questo per dire che le modalità di utilizzo del sorteggio dipendono anche dalle dimensioni e struttura della comunità a cui si applica, casuale, stocastico, demarchico, casuale ed elettivo, stocastico occasionale, con mandati a durate variabili, tematico..
Aspetto con fervore la nascita di una organizzazione che applichi ciò che prospetta per il mondo (sorteggio) a cominciare dalla propria vita interna.
Tutto bello se condiviso dai Cittadini per consapevolezza e libera scelta e dunque attraverso un procedimento culturale, ma anche di scelte politiche istituzionali che i partiti non saranno mai disposti a fare. Un parlamento di Cittadini e non di caste di partito, magari è meglio disposto.
Il " furor di popolo " lo ha sempre pagato il popolo.
Un grande libertario come Murray Bookchin ha scritto che le istituzioni democratiche in questo momento vanno difese e preservate.
" Se votare servisse a qualcosa, non ce lo farebbero fare!"
..figuriamoci non farlo.
grazie mille e complimenti.