Forum Pubblico MenuNavigazione forumForumAttivitàAccessoForum breadcrumbs - Sei qui:ForumForum pubblico: TAVOLA ROTONDA REFERENDUMRelazione di Maila NosigliaScrivi RispostaScrivi Risposta: Relazione di Maila Nosiglia <blockquote><div class="quotetitle">Cita da <a class="profile-link highlight-default" href="#">Pino Strano</a> su 13/03/2023, 7:31 pm</div><p><em>(nota successiva alla redazione di questo commento: il commento si riferisce alla prima versione inviata)</em><br /><br />Provo a dire la mia su questa relazione, che per certi versi è "fuori tema".<br />nel senso che tratta dei possibili modi per risolvere annosi problemi dei governi elettivi (non oso chiamarli nemmeno democratici rappresentativi, perchè sono sempre lungi dal rappresentare chi li ha eletti, e nemmeno i programm elettorali usati per raccogliere consenso).<br />Non tratta delle possibili modifiche alla costituzione in modo da usare gli strumenti referendari, magari anche per arrivare a implementare le strutture accennate nel testo.<br />Però lo stesso voglio dire qualcosa nel merito.<br />L'idea sostanziale è quella di sostituire le normali elezioni in cui si eleggono i "rappresentanti", con strutture estratte a sorte tra i cittadini e con durata di incarico comunque ridotta rispetto ai nostri famosi 5 anni.<br />E' una idea accattivante, e sostanzialmente sinergica alla idea che ciascun cittadino "normale" sarebbe in grado di costruire proposte, prendere decisioni, legiferare, insomma di avere potere di governo.<br />L'estrazione a sorte garantirebbe l'assenza di lotte e selezioni basate sull'inganno e la sopraffazione.<br />Ma ho due obiezioni.<br />La prima è "Che cosa mai garantirebbe l'onestà e la incorruttibilità degli estratti a sorte, quando fossero poi "avvicinati" e "lusingati" o "minacciati" ecc.?<br />Abbiamo avuto infiniti esempi di persone apparentemente normali e oneste *prima* delle elezioni, diventate *dopo* dei veri e propri traditori dei propri elettori e della patria tutta, a proprio (e consortile) vantaggio.<br />Perchè mai, scegliendoli a caso, dovremmo avere così fortuna da individuare individui refrattari alle usuali corruttele?<br />Nessuno di noi è santo. Nessuno, compreso il sottoscritto, che pure mi sento disposto a morire pur di non tradire. Oggi. Il potere, anche se ricevuto per sorteggio, corrompe in sè. Dobbiamo ammettere questo, tenerlo nella dovuta considerazione.<br />Se poi pensiamo che non c'è solo la funzione legislativa , ma anche quella esecutiva, che per sua natura concentra ancor più potere nelle mani di pochi... il sorteggio (ammesso di farlo tra persone supposte competenti nella materia, o si pensa di effettuarlo comunque a caso tra tutti?) il sorteggio non risolve. Non può. Non cambi la natura umana col sorteggio. Bisogna invece prendere atto proprio di questi meccanismi umani. Mi si dirà, come diceva il mio buon amico <a href="https://www.scelgoio.org/tag/democrazia-diretta/" target="_blank" rel="noopener"><strong>Aki Orr</strong></a>, che se i sorteggiati non si comportano bene, li si può revocare...Ma allora io cittadino avrei il potere di decidere chi NON VOGLIO e non quello di decidere chi VOGLIO, ripercorrendo una specie di potere sotto tutela sancito dalla nostra costituzione che mi consente di abrogare le leggi, ma non di deciderne di nuove.<br />Altro sarebbe da dire, per non "buttare il bambino con l'acqua sporca", perchè la scelta stocastica potrebbe utilmente essere praticata a molti livelli, ma pensare di eliminare <em>in generale</em> la scelta consapevole, non ha, per me, senso. <br /><br />L'altra obiezione che mi salta agli occhi è relativa a come si arriverebbe a istituire un sistema a democrazia stocastica. Nel testo viene suggerita la'strategia' di <em><span id="page18R_mcid30" class="markedContent"><span dir="ltr" role="presentation">Flores D’Arcais</span></span>: </em><span id="page18R_mcid30" class="markedContent"><em><span dir="ltr" role="presentation">creare “un</span></em><br role="presentation" /><em><span dir="ltr" role="presentation">movimento di opinione” che, restando fuori dalle istituzioni, riesca a imporre “a furor di popolo”</span></em><br role="presentation" /><em><span dir="ltr" role="presentation">una nuova Costituente; un movimento che, per cominciare, si sottragga massicciamente al rito</span></em><br role="presentation" /><span dir="ltr" role="presentation"><em>falsamente democratico delle elezioni, in ogni sede.</em><br /></span></span>Ancora una volta mi sembra che invece di risolvere il problema del potere e dei problemi correlati alla concentrazione inevitabile di esso, per essere efficace, lo si mette sotto il tappeto.<br />Chiedo: come sarebbe organizzato un tale movimento? Con quali strutture? Con quali risorse? Si pensa che esso possa agire spontaneamente, o in maniera organizzata?<br />A prescindere dalla partecipazione alle elezioni, un tale movimento genera, produce e accumula potere. Come si pensa di gestirlo? Con gli strumenti stocastici anch'esso? Mi piacerebbe saperlo. Il non porsi minimamente il problema, mi depone molto male, come mi deponeva malissimo Grillo quando diceva (all'inzio) che il movimento mai doveva presentarsi alle elezioni, e che non doveva nemmeno avere uno statuto, o regole, Così l'unica regola che agiva era quella del suo carisma personale, che decideva per tutti, anche in maniera contraddittoria con conversioni di 180 gradi in itinere, dove chi "comandava" erano i pochi del cerchio magico e che si è visto dove ha portato.<br />Piaccia o no, bisogna porsi il problema di come la moltitudine di cittadini necessaria al cambiamento, possa mantenere il controllo sul potere organizzato e prodotto dal movimento stesso.<br />Il "furor di popolo" evocato dal testo, mi spaventa, e vedo gli stessi fantasmi muoversi all'orizzonte.<br />So che è difficle, ma la necessità è quella di costruire una organizzazione esplicita, dove le strutture sono, al massimo grado possibile, sotto il controllo di tutti i componenti (del movimento o della nazione).<br />E' solo dalla possibile sintesi e mediazione, tra i diversi "appetiti" e "sensibilità" che possiamo sperare di avere governi saggi, e non autocratici. Costruire strumenti che consentano questo è la sfida.<br /><br />Ma, come dicevo, tutto questo NON c'entra con i referendum, o c'entra solo se si pensa ai referendum come strumento per ottenere l'agognata nuova struttura democratica della nazione. Perchè la democrazia è essenzialmente possibile solo con regole. regole esplicite, e frutto di eleborazione razionale,non di "furor di popolo".<br /><br />PS: Spererei che Maila Nosiglia, leggesse queste righe e magari mi desse delle risposte. Ma temo che neanche sappia che la sua relazione è pubblicata qui, e che è possibile già qui discuterne.<br />Comunque grazie dei suoi (anzi dei loro, anche di Toninelli) stimoli interessanti.</p></blockquote><br> Annulla