Forum Pubblico MenuNavigazione forumForumAttivitàAccessoForum breadcrumbs - Sei qui:ForumForum pubblico: TAVOLA ROTONDA REFERENDUMRelazione Felice BesostriScrivi RispostaScrivi Risposta: Relazione Felice Besostri <blockquote><div class="quotetitle">Cita da <a class="profile-link highlight-default" href="#">Pino Strano</a> su 14/03/2023, 7:02 pm</div><p>Ringrazio anche io Felice Besostri per il contributo, la sua competente opinione e per la sua giusta notazione (a mio modestissimo parere) sulla anomalia del controllo preventivo da parte della C.C. dell'ammissibilità di un referendum abrogativo. Non è la sola anomalia che ci è toccato e ci tocca di subire. Non ultime le “anomalie” di un parlamento che continua ad essere eletto con leggi ritenute a vari titoli incostituzionali, il quale legifera su una base di legittimità dubbia, ed esprime le più alte rappresentanze, sempre sulla base di una dubbia legittimità, comprese quelle relative alla formazione di parte della corte costituzionale stessa. <br />Un obbrobrio, mi si permetta di dire, che si perpetua e di cui non si vede fine.<br /><br />Da profano di tecniche e interpretazioni giuridiche, da semplice membro del popolo come sono, guardo ad alcune semplici verità “fattuali” (direbbe Crozza imitando Feltri). <br />Ho letto alcune cose sulla storia della Costituente, ma non ricordo che in nessuna parte di tutto il processo di costruzione della Costituzione, si sia mai fatto riferimento al fatto che i primi 12 articoli avrebbero dovuto essere intoccabili in quanto sarebbero principi fondamentali di ordine superiore. En passant, come fa ad essere di ordine superiore il principio (?) “fondamentale che “<span lang="it-IT">La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. (art.12 Cost.It.)”, mi riesce difficile capirlo. A me che sono abituato a chiamare principi non le descrizioni delle etichette. Sembra più una questione di copyright, piuttosto che un “principio fondamentale”. Ma, l'ho detto, non sono un conoscitore delle raffinatezze giuridiche.<br />Resta il fatto che credo che quando una norma è di non semplice applicazione o interpretazione, il giudice si rifà anche alla intenzione del legislatore. Era tra le intenzioni della costituente quella di considerare immodificabili i primi 12 articoli?<br /><br />Ma sono questioni forse per battaglie di fioretto in aula, su cui quasi mi pento di voler dire la mia. La verità evidente, è che la Corte Costituzionale, e in generale le Corti Costituzionali, sono espedienti per bypassare l'unico giudizio che conterebbe, e cioè quello popolare, se è vero, come dovrebbe essere in democrazia, che la sovranità gli appartiene. La nostra purtroppo, in questo senso, non è una costituzione democratica, in quanto subordina la sovranità popolare alla sovranità di terzi, e non come fatto di praticità operativa (non si può pensare di consultare il popolo per ogni questione, magari anche banale e chiara), ma proprio come principio cui il popolo non può sfuggire MAI. In nessun caso, il popolo può avere diritto all'ultima parola. Che spetta appunto, alla Corte Costituzionale. Se guardiamo alle decisioni prese dalla Corte, e ai silenzi del garante della Costituzione, specie degli ultimi 20 anni ma non solo, ne vediamo chiaramente la profonda e perniciosa condizionabilità politica, dove le tecniche e il linguaggio giuridico sono piegate a protezione dei poteri costituiti e ad esproprio della sovranità del popolo. In barba a tutti i cosidetti “principi fondamentali”. Questa è l'amarissima verità.<br /><br />Del resto la Costituzione, al di là della retorica sulla “più bella del mondo” (Dio mi guardi), è il frutto storico in una contingenza del tutto peculiare, di forze interne ed esterne che dovevano garantirsi affidabilità mentre recitavano il mantra della sovranità, frutto non di una costruzione cui il popolo ha partecipato, ma di una operazione di delega, non solo in fase costruttiva, ma anche in quella decisionale. La Costituzione non è stata nemmeno formalmente sottoposta al giudizio popolare. Approvata dalla Costituente (e forse nemmeno da quella, pare, almeno nella sua forma definitiva comprensiva di tutte le correzioni e di tutti i dettagli). E stop.<br />I “padri fondatori”, non si sono fidati del popolo, nemmeno avendo tutte le carte in mano. Nessun referendum, a conferma. E infatti tutta la costituzione è un magnifica costruzione retorica dove i principi della democrazia vengono roboantemente affermati, per poi essere messi più o meno rapidamente sotto controllo. A volte nello stesso articolo. <br />A cominciare, tristemente, dal primo articolo: </span><span lang="it-IT"><i>L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo</i></span><span lang="it-IT"> (squillo di trombe!), </span><span lang="it-IT"><i>che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione</i></span><span lang="it-IT">. (in cauda venenum). Perchè la domanda logica sarebbe: CHI detta questi limiti? Risposta: non è il popolo. E quindi? Direte, beh, sono i rappresentanti del popolo eletti dal popolo. Peccato che le stesse leggi elettorali, per non dire le prassi da sempre seguite, anche esse non sono decise né approvate dal popolo, ma... dai suoi rappresentanti.. E il corto circuito della democrazia, il furto di sovranità è sancito. A casa mia si chiama autocrazia. Molte altre di queste chiare perle predatorie di sovranità sono presenti nella costituzione .Mi piace citarne tra tante quella dell'. Art. 75:<br />“</span><span lang="it-IT"><i>E` indetto </i></span><em><span lang="it-IT"><i>referendum</i></span></em><span lang="it-IT"><i> popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge</i></span><span lang="it-IT"> (altro squillo di tromba evviva il popolo è sovrano infine, almeno può dire no), ma... </span><span lang="it-IT"><i>Non è ammesso il </i></span><em><span lang="it-IT"><i>referendum</i></span></em><span lang="it-IT"><i> per le leggi tributarie e di bilancio [</i></span><em><span lang="it-IT"><i>cfr. art. <a href="https://www.senato.it/1025?sezione=127&articolo_numero_articolo=81">81</a></i></span></em><span lang="it-IT"><i>], di amnistia e di indulto di autorizzazione a ratificare trattati internazionali </i></span><span lang="it-IT">(in cauda venenum, ancora) cioè su cose come la guerra si o no, sulla gestione delle risorse della nazione, sulla liberazione dei criminali o meno, sulle limtazioni di sovranità, è meglio non rischiare la volontà popolare.<br />E, se non bastasse, meglio aumentare le garanzie e quindi “</span><span lang="it-IT"><i>La legge determina le modalità di attuazione del </i></span><em><span lang="it-IT"><i>referendum”</i></span></em><span lang="it-IT"><i>.</i></span><span lang="it-IT"><br />E chi fa queste leggi? Naturalmente non il popolo, in nessuna forma, ma i rappresentanti suddetti del popolo, senza approvazione del popolo. Con normali leggi. Come quelle che stabiliscono la grandezza minima dei pomodori SanMarzano. Piace vincere facile.</span><span lang="it-IT"> Per altro proprio la legge elettorale è stata riconosciuta anticostituzionale, benchè invece di azzerare il parlamento e ritornare alle lezioni con la precedente legge come avrebbe dovuto essere, la Corte Costituzionale ha sostanzialmente detto che comunque il parlamento poteva continuare la sua attività. Le modifiche successive, non hanno cambaito le norme che erano ritenute anticostituzionali! Se non fosse tragico sarebbe ridicolo.<br /></span><span lang="it-IT"><br />Questo timore del popolo, questa volontà di tenerlo sotto controllo, di blandirlo o lusingarlo (e nel caso bastonarlo , ma protetti dalle opportune eccezioni e interpretazioni costituzionali), di sostanzialmente ingannarlo e privarlo della sua sovranità, è oggi, più che mai, sotto gli occhi di tutti.<br /><br />Hanno fatto strame di tutti gli articoli della Costituzione (fondamentali e non), la quale pure disegna una ben tiepida democrazia. E a farlo sono stati anche coloro i quali avrebbero dovuto difenderla, nella sostanza, appunto, prima che nella forma. Ma questo strame è proprio permesso dalla mancanza di conseguenti definizioni giuridiche che statuiscano il potere ultimo del popolo, cui spetterebbe la sovranità, in democrazia. La nostra “più bella del mondo”, lo ha facilmente permesso, direi che quasi lo prevedeva. È ora di cambiare, se siamo ancora in tempo.</span></p></blockquote><br> Annulla